sabato

La piscinina







La Pierina Brambati dela Bicocca.
La se ciama davero inscì. Pierina Brambati. Sembra fatto apposta per lavorare alla Bicocca.

Quando la Pierina è entrata alla Pirelli Bicocca ("ala gomma, eh, mica ai cavi"), nel Quarantuno, la gh'aveva sedes an. Aveva fatto un corso da comptometrista, su consiglio di un'amica che in effetti aveva avuto ragione: tre mesi di corso, e poi assunta a tempo indeterminato per quarant'anni.
 

La Pierina lavorava alla Comptometer, una macchina per fare i conti. Si è sempre trovata bene, lei con quelle altre stupidèle che lavoravano con lei. Invece non ha mai sopportato i ragionieri: "innanzitutto perché sono uomini, e i uomini ragiona col paraocchi".

Invece, aveva molta stima per il capo, il Camisasca, un bell'uomo che assomigliava a Modugno ma più alto e che poi el gh'a finì per spusà la Rosetta de Cinisèlo. Una furba. Oca, ma furba. La Pierina, invece, l'è minga mai stada tanto furba.

La Pierina non ha mai imparato a cucinare. Mangiava sempre al ristorante. La mensa della Bicocca era bellissima, grandissima.
La sera, la Pierina coi colleghi andava a teatro. Il cral della Pirelli offriva biglietti e sconti. Andavano al Piccolo, a vedere Strehler, o al Lirico che adess l'è serrà su.


La Pierina Brambati parla solo milanese. Non si è mai sposata, non ha figli, vive con una badante ecuadoregna che chiama "la mia responsabile", e con la quale bisticcia e "fa scintille".


Ma alla Pirelli si stava bene, l'è stada la so fortuna. Durante la guerra a tutti i dipendenti avevano dato un taglio di lana grigia per farsi un cappotto. La Pierina la se gh'aveva fatt un bel caputìn gris. Ma no, la se gh'aveva fatto fa' da la zia, che l'era sarta. Ma no una sarta de quèle, una sartina del quarto pian.

Durante la guerra, la Pirelli aveva dato anche una grande borsa a ogni comptometrista, per poter scendere in rifugio durante i bombardamenti. Ma per salvar minga noialtre, per salvar le machine.


Prima di entrare alla Pirelli, la Pierina aveva lavorato per due anni dal sarto Gandini. Un sarto importante. Un signore alto con lo smalto bianco sulle unghie. Lei, la faseva la piscinina: apriva la porta, accompagnava le signore nell'atelier.
L'atelier era in un bel palazzo in via Senato. La Pierina, la se sentiva importante, anche se la faseva no la sarta. La faseva la piscinina.
C'erano anche le mannequèn, ma stavano da un'altra parte: frequentavano uomini importanti, al Duca di Savoia, al Gallia.


All'atelier di Remo Gandini andavano tutte le signore di Milano. La sciura tale, la contessa talaltra ("un fagutùn, ma un fagutùn!"). Il Gandini le mandava a prendere con l'autista, in divisa e col cappello.
Lu, el Gandini, sorvegliava le lavoranti e se facevano un punto troppo lungo o troppo corto, el Gandini le faseva inscì su la spala e le diseva: "uè, ti, varda che chì sem da Gandini, sem minga a la Rinascènt".