martedì

Nervi dei nostri nervi


Ferruccio al mercato a fare la spesa, come ogni martedì. Poca roba, due verdure e qualche frutta. Un pezzo di formaggio. Un lungo sguardo pensoso al banco pescheria. Ma è troppo caro il pesce e adesso che non c'è più la Lina a cucinare potrebbero essere soldi buttati.

Compra poco anche per risparmiarsi il peso. Tanto poi se la cava come sempre con un risotto e un brodo. Di dado, fino a martedì prossimo.

Fanno male i piedi, a Ferruccio. E anche la schiena e anche gli occhi non funzionano più mica tanto bene.
Però la gita al mercato del martedì è sempre una gioia. Gli piace guardare la gente, ascoltare i discorsi, sentire quelli che strillano per vendere e le pronunce africane e magrebine che quasi non si capisce il prezzo della roba.

Gli mette allegria stare in mezzo alle persone. E poi il mercato è sempre una cosa viva, popolare. Il popolo, ecco: questo concetto che non esiste più.

All'improvviso, effetto Madeleine. Un bancarellante fischietta mentre dispone magliette cinesi e collant smagliabili. Ferruccio non può credere alle proprie orecchie: il ragazzone muscoloso e tatuato sta fischiettando proprio "Morti di Reggio Emilia".




Ferruccio improvvisamente è sbalestrato indietro di cinquant'anni.
Teniamoci per mano in questi giorni tristi

O anche di molti meno.
Di nuovo come un tempo sopra l'Italia intera 
Fischia il vento e infuria la bufera

Ferruccio dal mercato si ritrova in corteo, in un qualunque venticinque aprile o primo maggio della sua vita, dai primi affollati e furiosi, agli ultimi solitari e dolenti.
Uguale la canzone che abbiamo da cantare 
Scarpe rotte eppur bisogna andare


Ferruccio con un principio di lacrime agli occhi si avvicina al giovanottone del mercato che fischietta. E' stupito. E' contento e commosso. Gli sussurra "Morti di Reggio Emilia?"
"Cosa?" il ragazzone non capisce. "La canzone: Morti di Reggio Emilia?". "Quale canzone?" "Quella che stava fischiando". "Ah no, no. Non è una canzone. E' un inno".

Il cuore anziano di Ferruccio ha un tuffo. "Un inno!"
"Sì. L'inno delle Brigate Rossonere. Sei milanista anche tu?"