martedì
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Uno non ci pensa.
Va al supermercato, compra 2 etti di prosciutto cotto, un tubetto di Iodosan, qualche brioches per colazione. Una bottiglia di Tocai. Forse anche qualche bottiglia d'acqua. E poi, senza dare importanza alla cosa, così come si comprerebbe un qualunque innocuo prodotto da bagno, prende il Gel da barba Nivea.
Non la schiuma da barba. Il Gel.
Manco te ne accorgi in effetti. Sono due confezioni identiche. Lo compri e non sai ancora di essere caduto in un incubo senza fine.
Il prodotto funziona. Funziona maledettamente bene. E' anche molto meglio della schiuma, il problema è che nasconde un orribile segreto.
Il Gel va usato in quantità minore, rispetto alla schiuma. Ne basta poco per una rasatura eccellente. All'inizio potrà sembrare un vantaggio perchè in effetti vi sembrerà di risparmiare.
Ma l'orrore è che il gel non finisce. Non finisce e non finirà mai.
Potrete usarlo per giorni, mesi, forse anni. Ma non finisce. E non solo non finisce ma viene erogato sempre più lentamente. In modo impercettibile la sua velocità diminuisce, finchè un giorno penserete che quella è l'ultima volta che lo userete dopodichè butterete via la bomboletta. Ma non è così.
Sempre più lento, sempre più esasperante, continuerà ad accompagnarvi in questa spirale insensata verso la follia.
Ormai mi sembra di usarlo da secoli.
Lo vedo come un inseparabile compagno di vita. Lo ricordo quando mi sono rasato il giorno della mia laurea. A nulla vale la mia parte razionale a ricordarmi che l'ho comprato solo qualche mese fa. Lo rammento anche vividamente durante le mie vacanze in Spagna, dopo la maturità. Alle medie, lo avevo con me tutti i giorni nella cartella, questo è certo. Alla prima comunione, come dimenticarlo, ho anche la foto: io e il mio gel vestiti in giacca e cravatta un pò imbarazzati. C'è anche quel filmino dove io a tre anni faccio il bagnetto col mio gel da barba travestito da paperella.
Dopo secoli e secoli di sterile filosofia , il paradosso di Zenone ha trovato la sua applicazione pratica in un Gel.
A chi di voi che, come me, è entrato in questo eterno tunnel posso solo augurare che almeno la Morte abbia pietà della sua anima.
"Non è morto ciò che in eterno può attendere,
E in strani eoni anche la morte può morire"