giovedì

Una vita con il chiodo fisso


• I compagni delle elementari. I loro visi, i vestiti, le tute da ginnastica. I numeri di telefono. La tua espressione nella foto di terza. Le camicie troppo grandi che ti passava tua sorella. La fantasia a righe del lenzuolo o il gioco a unire le stelle quando non riuscivi a dormire.

• Quella volta che la prof ti chiamò e non sapevi la risposta. Il primo esame. Tutti gli esami, parola per parola pagina per pagina domanda per domanda. Quella volta che rientrasti silenziosamente e vedesti la cornetta abbassarsi in fretta. Il giorno in cui giurammo di restare amici per sempre.

• Il tempo che faceva fuori il giorno che il papà parlò di sé in terza persona per dire che se ne sarebbe andato. La borsa dei libri, sempre quella, con la zip che si incastrava. Le scarpe che portavi al primo incontro, un po’ sdrucite speriamo che non le noti. Il primo colloquio. Quello che sognavi di diventar da grande. Tutte le promesse fatte. Tutte le bugie scoperte e mai contestate.

• Il primo amico che ti è morto. I testi delle canzoni cantate e ricantate, spiegate, interpretate, rivissute. Le battute di quel film lì, con quei due che. Tutti gli errori perdonati. L'ultimo amore. La faccia stupida del portinaio. Il prezzo del tuo primo disco. La targa della macchina di mamma. Tutti quei verbi irregolari mai usati.


Servirebbe una macchinetta, un ordignetto: clic.


dimenticare! dimenticare.