lunedì
Provato per voi: chiedere scusa
Lui la prende per il braccio e la gira verso di sé. "Apologize" è l'unica parola che si riesce a captare. Lui la guarda fisso, intenso, disperato. Ha il corpo teso indietro e il viso tutto su di lei. Lei è fredda, rigida. Si guarda in giro. Sorride ai passanti. Lui le parla sottovoce ininterrottamente, un fiume. Sempre con quello sguardo. Passa un uomo alto e la saluta e lei si gira a salutarlo, si aggrappa a quel saluto felice e sollevata. Lui continua a parlare ininterrotto, indica l'uomo alto e continua a parlare. Lei si gira nervosamente da un'altra parte. Irene mi dice che ha visto l'uomo alto, prima, accenderle una sigaretta. Ma evidentemente non è questo il problema.
Lui sospira, la guarda, parla più piano. Lei è sempre rigida, lui sempre più disperato e determinato. Le tiene il braccio ma senza stringere, continua a parlarle.
Piano piano piano le parla senza rabbia e senza dolcezza. Intensità e argomentazione. Le sfiora il braccio, una carezza. Lei tace sempre, si muove meno ma è sempre rigida. Lui finalmente avvicina il corpo al suo, finalmente la bacia.
Ricominciamo a respirare.