mercoledì

Inverno


Caro Zio Giorgio,

mi ha fatto un grandissimo piacere ricevere quella bella e inaspettata cartolina. E' arrivata solo questa settimana, a dimostrazione che siamo proprio dalla parte opposta del mondo..

Mi hai fatto una domanda che mi ha fatto molto riflettere, che ha ingenerato tantissimi pensieri a catena che nulla forse avevano a che fare con il tuo intento, ma che mi fa piacere raccontarti. Come mi preparo a questo inverno? Fa freddo, inaspettatamente freddo. Qui le case non hanno il riscaldamento e pensavamo che questo significasse un inverno mite, ma non è poi così mite. Di notte si arriva vicino allo 0 e la mattina c'è la brina sull'erba, ogni tanto vicino a Auckland nevica. Forse a Milano è più freddo a dicembre, ma tra una casa con il calorifero a Milano, e due gradi in più a Auckland, preferirei Milano. I rapporti umani sono freddi, i bambini che giocano a rugby sul prato non urlano mai, il loro istruttore gli spiega con pazienza, sorridendo, come lanciarsi nella mischia, loro, in silenzio, ascoltano e si lanciano. Abbiamo diversi amici, con i quali chiacchieriamo di politica, di valori, di giustizia, sempre in modo pacato, distaccato e rispettoso. Quando torniamo a casa, il non aver sentito nessuno urlare, arrabbiarsi, sfogarsi, aver parlato con gli amici così come avremmo parlato rispettosamente a degli estranei, ci fa sentire la mancanza di intimità. I rapporti con le persone cambiano e di conseguenza cambi un po' tu. Una buona parte di noi è come noi ci relazioniamo con il mondo, il nostro modo di esprimersi, di aprirsi e di chiudersi, la profondità con la quale scegliamo di affrontare gli argomenti, il modo di lasciarsi andare, come scegliamo le parole, i gesti che le accompagnano. Poi improvvisamente cambi la lingua che parli, cambi la pronuncia, come articoli le frasi dipende dalle parole che ti vengono in mente e da quelle che non conosci, la pronuncia cambia di settimana in settimana, le persono con le quali ti relazioni e i loro modi sono diversi da quelli di tuoi vecchi amici, dei tuoi vecchi colleghi, e così anche tu cambi. Ci prepariamo a un inverno da persone diverse, che parlano in Inglese, quando possono anche tra di loro, che si dicono I love you anziché ti amo, che sono curiose di ri-inventarsi un modo di essere se stessi, con la speranza di piacere ancora o ancora di più alla persona che sia ha accanto.

Ci prepariamo a un inverno freddo di notte ma riscaldato tutte le mattine da un sole giallo che bussa alla finestra, da un cielo infinitamente blu, dalle lunghe nuvole di questa terra. In Maori, questa è la terra dalle lunghe nuvole, e lo sono. Sono lunghissime e passano tutti i giorni, e quasi sempre ci rendono un po' d'acqua sulla testa. I colori sono intensi, come non ero abituato a vederli, come forse tu che non hai mai amato la città li hai sempre conosciuti. Noi viviamo in centro, e in centro al verde, e vicino al mare, dove nuotano i pinguini e le razze, e vicino al pony club, al paddock con i cavalli. In altre parole, in centro a Auckland. La nostra città ci piace, ci piace raccontarla e ci piace dire che viviamo a Auckland. Siamo felici di essere Italiani, a Auckland. Tutti qui amano l'Italia e gli Italiani. Le pubblicità alla televisione a volte sono in Italiano, piace. L'Italia è il paese del buon gusto, dei bei uomini e delle belle donne, ne troppo magre ne troppo grasse, delle belle case di città, dei monumenti storici, delle belle colline toscane, dei bei laghi del nord. Poi? Poi la Sicilia e la mafia, il Presidente del Consiglio, la corruzione, l'inefficienza, la furbizia. Incredibili stereotipi, terribilmente veri. Dopo pochi mesi che sei lontano dall'Italia, ti ricordi di quanto fossero belle le sue città, i paesaggi, penso a Portofino, a Lucca, ai borghi di pescatori. Quando si dice che sono posti unici al mondo si dimentica di sottolineare che significa che non esistono altri posti al mondo come l'Italia, come l'Europa. Ma dopo pochi mesi ancora passati qui, ci si abitua a vivere diversamente, la capacità di adattamento dell'essere umano è sempre sorprendente. E bastano pochi mesi per guardare all'Italia come al paese dove esiste la mafia, ... la mafia. Pensare che noi vivevamo in Italia da così tanti anni che oramai riuscivamo a conviverci con la mafia, a dimenticarla, a considerarla una delle normali sfumature di un paese bellissimo. Ci sembrava incredibile che qualcuno pensando all'Italia si ricordasse della mafia. Da qui sembra normale pensare all'Italia come al paese della mafia, è talmente incredibile come fenomeno che diventa caratterizzante. Il Presidente del Consiglio, un faro illuminante della nefandezza della politica Italiana. Quando a tavola, chiacchierando, ci chiedono di questo incredibile Presidente, mi trovo nell'imbarazzo di raccontare il mio paese come quello del terzo mondo. Quando racconto, a chi per altro già conosce quasi sempre, la retribuzione di un politico, la pensione, i privilegi, le auto blu, cercando sempre di minimizzare, di giustificare, di mettere in luce il lato positivo, mi sento ridicolo. Ai loro occhi, ai miei occhi di Italiano che vive a Auckland, racconto il terzo mondo. Mi accorgo che pensavo all'Italia come a un paese industrializzato, nel G8, occidentale, e lo differenziavo dal resto del mondo più arretrato, e poi dal terzo mondo ancora più lontano. Ma era una visione assurda, ego riferita, antistorica, con il mediterraneo al centro del mappamondo. Da qui, non potendo mettre una piccola isola del pacifico in mezzo al mappamondo, essendo altrettanto distanti dall'Asia e dall'America e, seppur non fisicamente, anche dall'Europa, viene naturale guardare l'Italia come uno fra tanti paesi del mondo, e mai del primo mondo. Non è per la corruzione della classe politica, non è per la mafia, non è per l'inefficienza della burocrazia, ma è per la rassegnazione degli Italiani di fronte a tutto questo, che viene naturale associare L'Italia ai paesi dell'America Latina e non all'Inghilterra. In Italia non ci sono delle cose che non vanno, ma ci sono gli Italiani che si sono rassegnato a tutto quello che non va. E così accade che anche io, cercando di giustificare, di mettere in luce quanto funzioni e vi sia di bello, alla necessità di votare per l'uno o l'altro dei politici Italiani, appaia come chi sia emigrato dalla disgrazia del terzo mondo. Curioso pensare che da Italiano parlavo con dissapore degli "extra-comunitari". Fortunatamente qui, chi arriva da altri paese più arretrati di questo, è, semplicemente, rispettato.

Immagina di prendere il mappamondo, metterti di fronte all'Italia, e leggere quanto segue: "classifica dei paesi in cui vi è la maggiore libertà di stampa: l'Europa è tra i paesi più liberi con eccezione di Italia e Spagna". Pensi: siamo tra i più avanzati paesi del mondo ma non tra i primissimi. Poi prova a capovolgere il mappamondo che hai in mano, prima giralo destra-sinistra, poi sotto-sopra. Davanti a te hai la Nuova Zelanda. Guardala bene. Adesso leggi il dettaglio della classifica di prima, dal più libero al meno libero: 1) Finlandia, 2) Islanda, 3) Olanda, ..., poi 51) Bolivia, 52) Macedonia, 53) Italia, 54) Panama, 55) Peru. Cosa pensi adesso? Cerchi la classifica dei paesi in cui c'è meno corruzione al mondo e trovi: 1) Danimarca, 2) Nuova Zelanda, 3) Svezia, ..., poi 47) Costa Rica, 48) Ungheria, 49) Giordania, 50) Malesia, ..., poi dopo 53) Slovacchia, 54) Sud Africa, 55) Italia. Guarda il mappamondo davanti a te con attenzione, di fronte a te c'è la Nuova Zelanda, e adesso prova a pensare a quegli stati del terzo mondo in cui mancano le libertà e dilaga la corruzione.

L'Italia ci manca, ma da qui sembra diversa.
Ci prepariamo a un inverno freddo, nel mese di agosto farà molto freddo.

Un abbraccio grandissimo,
non dimenticare di scriverci, ti prego.