domenica

La stretta di mano moscia


La si dovrebbe già intuire, prevedere a prima vista. Dovrebbe corrispondere all’aspetto dimesso della persona, allo sguardo insicuro, alla voce sommessa.

Eppure no, non te l’aspetti mai. Perché la persona è la prima volta che la vedi, e forse ti è solo parsa pacata, e nei primi tre secondi non ne intuisci il carattere. Vi state presentando, ha un buon sorriso e la situazione è favorevole.

Così dici il tuo nome e tendi la destra. Ed ecco. Il dramma. Ti trovi nella mano una sensazione spenta, un arto ritroso, un gesto in fuga. Non riesci neanche a capire il nome, tanto sei concentrato su quel brivido.

Che fare? Stringi? Non vorrai infierire! Ti tiri indietro? Potrebbe essere sospetto.
Soprattutto non tradirti con lo sguardo. Resisti: si tratta solo di una frazione di secondo. Sì, ma è una frazione di secondo determinante.

La stretta di mano moscia è uno dei flagelli sociali del secolo. Ci sono persone che tuttora si interrogano sul perché un colloquio sia fallito, o il capo non li apprezzi, o i clienti che sembravano così interessati poi non concludano l’affare, o la ragazza conquistata in chat – con tanto di webcam – poi sia fuggita al primo incontro.

Ci sono donne distrutte dall’insuccesso che si rifugiano in massaggi parrucchieri e botulini pur di recuperare un po’ di charme. Ci sono manager che fanno corsi di team-building, public-speaking, problem-solving e non riescono a superare questo social gap. Ci sono ragazzoni metro-trendy che disertano gli apericena per vergogna dell’infilata di due di picche ricevuti malgrado il fashion-eyewear, il suv e il tattoo.

E non lo sanno, non hanno coscienza.
Perché la stretta di mano moscia è un problema di cui non si parla abbastanza. Si nasconde dietro un silenzio che sembra decenza ma è omertà.

La stretta di mano moscia interrompe sul nascere qualsiasi rapporto, pregiudica la fiducia, filtra ogni successiva emozione.
La stretta di mano moscia è una condanna sociale.
Ma proprio come tale va combattuta con coraggio. Smettendo di tacere. E tu che fai per questo? Hai mai pensato che potrebbe capitare anche a te? Comincia da chi ti è più vicino: stringi la mano ai tuoi cari, ai tuoi amici. E se hanno la mano moscia...
Non tacere: aiutarli è un tuo dovere.