giovedì

Cronache del Buonappetito



E' una giornata limpida di fine agosto. Il maestrale sposta cumuli di nuvole bianchissime negli angoli del cielo color del lapislazzuli. Il mare rimanda giochi di luce dalle onde. Lo Stormo Buonappetito volteggia garrulo sulle raffiche. 

Il giovane Livingston solca il cielo gioioso e affamato, si tuffa a caccia di pesce azzurro e riemerge stringendo nel becco le sue vittime d'argento. Sfreccia tra i compagni volteggiando, compie traiettorie acrobatiche di sfrusci e pazzi voli, si libra come un tracciante, si esibisce in virate improvvise o si ferma a mezz'aria stallando, sospeso come un pallone frenato. 
 
Un compagno di stormo gli si avventa planando per sottrargli il bottino. Schermaglia, battaglia.
Battibecchi.

Livingston non si arrende, l'altro neppure. Livingston fugge cabrando, il barone rosso gli sta in coda. E con un colpo di becco bene aggiustato gli ruba la preda. Un colpo d'ala: e lui giù, giù, giù.


Livingston annaspa, un'ala girata a rovescio, galleggia in posizione innaturale. La corrente lo trascina di lato, le onde lo spingono a terra. Lo Stormo Buonappetito, a pochi metri sulla sua testa, grida e stride allarmato. 
Livingston annaspa. Ritmicamente muove la testa nell'acqua, cercando di raddrizzarsi.

Le onde lo spingono a terra, a un metro dagli scogli. Rotola sul bagnasciuga, sballottato (come l'osso di seppia dalle ondate).
Mario, il bagnino rumeno, lo raccoglie. Lo prende per le ali spalancate e lo appoggia crocifisso tra due scogli. Dice: così si asciuga.

Livingston giace, il corpo tra due rocce, le ali spiegate stese al sole. Muove la testa. Tutto lo stormo grida.

Bambini biondi e abbronzati accorrono. 
Ben presto il molo è tutto un gridare, un correre, un piegarsi a guardare, un discutere il da farsi. Chi gli porta dell'acqua, chi gli fa ombra con un cartone di pizza, chi cerca di carezzargli il capino. Uno gli porta una coda di pesce raccolta fra i sassi.

Grida lo Stormo e gridano, gridano, i bimbi! eccitati dal nuovo gioco, avventurosi come esploratori di spiaggia ed esperti cacciatori di granchi. Portano secchielli, retini, palette. Chiamano i fratellini, gli amichetti. Gridano, gridano e si agitano intorno a Livingston crocifisso.

Arriva qualche mamma, qualche sorella maggiore. Cercano di far mettere loro giudizio, di scoraggiarli dall'impresa, dicono di aver chiamato un veterinario, un vigile, la protezione animali.
Una zia maestrina particolarmente accorta insegna loro un nuovo gioco. Fate come i documentari: appostatevi tutti là, sullo scoglio più lontano, acquattati in silenzio per vedere cosa fa. Zitti, zitti, non fatevi vedere. 

Torna la pace per un attimo, in spiaggia. Un bambino grassoccio guida la troupe e si frappone tra gli scienziati in erba e l'oggetto del loro studio.
Livingston, ferito e terrorizzato, crocifisso allo scoglio non si muove. Lo Stormo Buonappetito abbandona l'impresa.

Ben presto l'operazione Quark fallisce e i bimbi ricominciano ad avvicinarsi. Gli parlano, lo toccano, lo spingono per incoraggiarlo. Gli sono tutti intorno. Uno sgambettare di piedini nudi, una ressa di manine e testoline scompigliate dal vento. Qualche bimbetta frigna, qualche aspirante leader propone strategie.

Qualcuno già comincia a distrarsi, attratto dai granchi o dalla voglia di un bagno.

Il pomeriggio passa così, nell'eccitante novità e nell'attesa prevista del lieto fine. Come al cinema qualcosa accadrà, il giovane gabbiano si rialzerà, ringrazierà i suoi nuovi amici e riprenderà il volo.

Invece arriva un papà. Uno di quelli più esperti, o più pragmatici. Forse è veterinario. Forse solo avvocato o barista. Ma certo è molto coraggioso. Prende Livingston per le ali, lo solleva e lo appoggia in piedi su uno scoglio. 

Livingston si ricompone, tentenna. Si ferma un attimo, immobile. Oscilla piano un istante. Poi con un movimento istantaneo e repentino si ribalta a zampe in su.



La sera, la spiaggia si svuota. Sugli scogli, qualcuno ha coperto il gabbiano con un asciugamano. Sull'asciugamano c'è Snoopy, sdraiato sulla cuccia con Woodstock.