I bibliotecari della Nazionale. Ci venivo vent'anni fa, anche tutti i giorni, per la tesi prima per il lavoro poi. Poi la vita, la fortuna, la sfortuna.
Oggi la sfortuna mi ha riportato qua. Alla Nazionale a cercare un libro che mi dia una risposta. Come vent'anni fa.
Solo che allora i libri davano promesse, a me e a loro. Anche ai bibliotecari.
Ora cerco una risposta che non arriverà, ma non ho perso quella speranza là. Sono stata altrove. Loro no. I bibliotecari sono invecchiati qua.
Non è oggi la prima volta che ci torno. Qualche mese fa, era estate. E li ho trovati (anzi, soprattutto le ho trovate, le bibliotecarie alla Nazionale sono quasi tutte donne) affranti dal caldo, in ciabatte e canottiera.
Una faceva il sudoku, una un videogioco, un'altra rammendava. La responsabile di sala forse mi ha riconosciuta. O forse semplicemente ha visto lo sbigottimento nei miei occhi.
Le sale spente, gli scaffali vuoti. Niente condizionatori, ma santiddio un ventilatore a trenta euro lo potreste comprare di tasca vostra, no? Per non soffrire, dico.
Ha ritenuto meglio darmi conforto, la responsabile di sala, nei 50 minuti di attesa del libro da magazzino (ed eravamo in tre, in tutto, i cosiddetti lettori).
Mi ha raccontato, con enfasi e disperazione, in quei cinquanta minuti, dei tagli di fondi, del blocco alle assunzioni, della digitalizzazione.
In pratica, dice lei, le cose vanno così: alle biblioteche nessuno ci va più (la sala consultazione è stata aperta agli studenti che "accedono con libri propri"), si è realizzato con grandi spese un sistema di cataloghi digitali difficilissimo da usare. Che si può consultare da casa, per prenotare i testi. Però questo sistema il Ministero l'ha comprato, e l'ha lasciato lì.
Per la manutenzione, i bibliotecari sono stati riconvertiti in sistemisti. "Siamo tutti ultracinquantenni, cosa vuole che ne capiamo di quella roba lì, ho solo personale non preparato", dice la caposala. Pardon, la responsabile.
"Passiamo il tempo a spiegare ai pochi anziani che interrogano il database come recuperare la password. Ma perlopiù non possiamo aiutarli perché usano la stessa del conto corrente, e se sbagliano a digitarla non vogliono il nostro aiuto. Noi consigliamo di usare il codice fiscale, ma non si fidano e non ci danno retta. Che poi, a cosa servirà una password qua, ad evitare che uno prenda un libro in prestito a nome d'un altro? ma se non c'è nessuno!". Illuminata.
"Passiamo il tempo a spiegare ai pochi anziani che interrogano il database come recuperare la password. Ma perlopiù non possiamo aiutarli perché usano la stessa del conto corrente, e se sbagliano a digitarla non vogliono il nostro aiuto. Noi consigliamo di usare il codice fiscale, ma non si fidano e non ci danno retta. Che poi, a cosa servirà una password qua, ad evitare che uno prenda un libro in prestito a nome d'un altro? ma se non c'è nessuno!". Illuminata.
Ancora attesa, perché l'addetto al magazzino (unico uomo) scende allo scoccar d'ogni mezzora, e siccome aveva dimenticato la mia scheda, tocca aspettare il prossimo rintocco perché riscenda. Intanto parla di problemi sindacali con la collega rammendatrice.
C'è una signora che va avanti e indietro da una porta ogni cinque-dieci minuti. Sarà il caldo, l'insofferenza? La responsabile di sala me la indica. E' l'addetta al Fondo Manoscritti. Non ha niente da fare tutto il giorno, nessuno qui ci viene più. La capa è preoccupata, continua ad andare avanti e indietro dalla porta a cercare se c'è qualcuno che la cerchi: ha paura che le venga una crisi.
Ci sono tornata qualche mese dopo, a cercare un altro libro. Era d'autunno, faceva meno caldo.
Ma c'era sciopero del personale, i pochi presenti al lavoro stavano al posto di un altro.
Avevo chiesto il libro da casa, consultando il catalogo si può prenotare. Ma quando arrivo la signora al banco - nel posto di un altro - non trova il volume.
L'uomo del magazzino dice che ci deve essere, se la domanda è stata fatta la discesa è stata fatta.
La signora nel posto sbagliato gli chiede se è sicuro, e lui si offende. Mi chiede se sono sicura e si scusa, è gentile, molto nervosa e imbarazzata, mi spiega che c'è sciopero e lei non sa lei non è addetta lei è al posto di un altro.
Le vorrei dire che mi ricordo vent'anni fa che era già lì, e che lei è invecchiata (ma male, male!) ma il sistema non è cambiato in nulla perciò dovrebbe poter trovare il mio volume nello scaffale alle sue spalle, sotto la segnatura Coll.ITA.G.825.L-1, anzi guardi mi pare di vederlo è un Meridiano blu, anzi dovrebbe essere abbastanza facile trovarlo dato che nello scaffale ci sono solo tre libri e qui, di qua dal banco ad aspettare, ci sono solo io.
Ma taccio, intuisco trattarsi di questione sindacale.
Oggi ci torno per la terza volta. E' la prima giornata di vera primavera. Le ragazze per strada in maglioncino, gli uomini in camicia e le cravatte al sole.
Alla Nazionale però è ancora inverno pieno: [Dato il perdurare delle temperature rigide e l'assenza di riscaldamento nei magazzini, i servizi di prestito e consultazione sono sospesi].
Mi serviva una consultazione, appunto. Solo un controllo di una citazione. Andrò in libreria e consulterò il volume, senza comprarlo. Col cellulare posso persino fare una foto alla pagina, per sicurezza.