Che il condominio sia una sorta di microcosmo che tutto rappresenta e dove tutto accade, è un luogo comune.
O forse, un luogo nascosto: ovvero tutto vi accade, ma non tutto ciò che vi si rappresenta è davvero ciò che accade.
Dove le nevrosi vengono al pettine e le dinamiche ansiose si scatenano. Durante le assemblee, in special modo.
Ma sarà vero? o ci si va solo per giocar la parte e per sfogarsi un po'? Erminio infatti non ci va mai, non apre nemmeno le buste delle convocazioni (la prima, sempre finta, e la seconda, nella sala parrocchiale).
Ci è stato solo una volta o due, in serate in cui era molto nervoso, e solo con l'intento preciso di sfogarsi attaccando briga.
Erminio non conosce nessuno nel condominio, e non ha ottimi rapporti con nessuno dei vicini. Anche perché: molti in affitto e molti in ufficio.
Però ci rimane male quando una mattina, che usciva pantaloncini e racchetta per il tennis, trova trambusto in portineria e varia gente sulle scale.
Dal montacarichi di servizio, gli uomini dell'impresa funebre portano via una bara.
A fianco, intontito e imbarazzato, quel signore con la barbetta e gli occhialetti con cui Erminio aveva bisticciato (apposta! apposta! per sfogarsi) sulla faccenda dei cornicioni.
Che perdono calcinacci perché prendono acqua. Che bisogna proteggerli allungando il tetto anziché continuare a ristrutturarli. Che basterebbe non farli di gesso, e via così.
Erminio gli fa un cenno, un po' di saluto un po' di condoglianza. Lui forse neppure lo riconosce, o banalmente non gli interessa.
Il portinaio il giorno dopo racconta che era già malata, uh, da tempo, la signora Montichetti. Era già tanto che non usciva, non si vedeva sulle scale, alla fine pesava trenta chili.
Montichetti... Montichetti... Se Erminio sapesse almeno a che piano abitava, potrebbe forse ricollegare il volto a qualche viaggio in ascensore. Il citofono non aiuta. Le cassette delle lettere sono un rebus.
Sarà stata quella donna gracile con lo chignon da ballerina. Sarà stata la svampita biondocenere, chiacchierona e scompigliata. Sarà stata la signora corvina rossetto e occhiali scuri. Sarà stata l'anziana col cachet violetto sarà stata la ragazza col caschetto sarà stata la riccia mora sarà stata la rossa fatalona.
Ormai è tardi per ricostruire. E a che serve poi? Morbosa curiosità condominiale.
Una sera Erminio scende in cortile a buttare le bottiglie nel bidone della differenziata. E lì a fianco, una scatola. Le trova tutte. Le parrucche.
Ci è stato solo una volta o due, in serate in cui era molto nervoso, e solo con l'intento preciso di sfogarsi attaccando briga.
Erminio non conosce nessuno nel condominio, e non ha ottimi rapporti con nessuno dei vicini. Anche perché: molti in affitto e molti in ufficio.
Però ci rimane male quando una mattina, che usciva pantaloncini e racchetta per il tennis, trova trambusto in portineria e varia gente sulle scale.
Dal montacarichi di servizio, gli uomini dell'impresa funebre portano via una bara.
A fianco, intontito e imbarazzato, quel signore con la barbetta e gli occhialetti con cui Erminio aveva bisticciato (apposta! apposta! per sfogarsi) sulla faccenda dei cornicioni.
Che perdono calcinacci perché prendono acqua. Che bisogna proteggerli allungando il tetto anziché continuare a ristrutturarli. Che basterebbe non farli di gesso, e via così.
Erminio gli fa un cenno, un po' di saluto un po' di condoglianza. Lui forse neppure lo riconosce, o banalmente non gli interessa.
Il portinaio il giorno dopo racconta che era già malata, uh, da tempo, la signora Montichetti. Era già tanto che non usciva, non si vedeva sulle scale, alla fine pesava trenta chili.
Montichetti... Montichetti... Se Erminio sapesse almeno a che piano abitava, potrebbe forse ricollegare il volto a qualche viaggio in ascensore. Il citofono non aiuta. Le cassette delle lettere sono un rebus.
Ormai è tardi per ricostruire. E a che serve poi? Morbosa curiosità condominiale.
Una sera Erminio scende in cortile a buttare le bottiglie nel bidone della differenziata. E lì a fianco, una scatola. Le trova tutte. Le parrucche.
