Enel è lieta d'invitarvi a "L'energia che ci dà gusto, Scopri e i segreti della cucina pop", con uno spumeggiante aperitivo e la lussureggiante cucina di Davide Oldani, lo chef più in voga del momento. Portate una bolletta e vi sarà donato uno splendido ricordo della serata.
Sono due anni che Diomira cerca di prenotare la sua cena di compleanno da quest'Oldani. Impossibile. Allora si dice, proviamo almeno il catering.
Puntuale alle 19.30 è lì, ma senza bolletta. Così si perde l'indimenticabile souvenir, un berretto bianco con scritto Enel (c'è un detto dalle sue parti: se tutti gli scemi portassero un berretto bianco, il mondo sembrerebbe coperto di neve).
Età media, settanta. Fame media, atavica. Diomira conquista uno spritz a sprezzo del pericolo, ma quello che le interessa (scientificamente parlando) è il catering.
Così si piazza (con altri trenta) all'uscita delle cucine. Alla cui guardia c'è una bella ragazza con cappello da cuoco (variante meringa del berretto bianco) e un bel giovanotto che, volutamente, somiglia da lontano allo chef. Ma da giovane.
Prova cronometro: dopo 27 minuti esce una ragazzetta minuta con vassoio. Assalita. Portata spazzolata al primo passo. Diomira rinuncia. Seconda portata. Rinuncia. Terza portata. Rinuncia. Alcune portate passano indenni perché la ragazza - minuta ma determinata - alza il vassoio e sorvola la platea pensionata fino all'area vip. Alla nona portata si crea un po' di spazio e finalmente Diomira avanza. Agguanta. Assaggia.
Un cubetto cm 1,8 x 1,8 di focaccia. Sopra, uno sberleffo di cipolla soffritta. Buona, eh.
Diomira inforca la moto e va a sfinirsi di birra e arachidi del discount, al bar con gli amici.
Sono due anni che Diomira cerca di prenotare la sua cena di compleanno da quest'Oldani. Impossibile. Allora si dice, proviamo almeno il catering.
Puntuale alle 19.30 è lì, ma senza bolletta. Così si perde l'indimenticabile souvenir, un berretto bianco con scritto Enel (c'è un detto dalle sue parti: se tutti gli scemi portassero un berretto bianco, il mondo sembrerebbe coperto di neve).
Età media, settanta. Fame media, atavica. Diomira conquista uno spritz a sprezzo del pericolo, ma quello che le interessa (scientificamente parlando) è il catering.
Così si piazza (con altri trenta) all'uscita delle cucine. Alla cui guardia c'è una bella ragazza con cappello da cuoco (variante meringa del berretto bianco) e un bel giovanotto che, volutamente, somiglia da lontano allo chef. Ma da giovane.
Prova cronometro: dopo 27 minuti esce una ragazzetta minuta con vassoio. Assalita. Portata spazzolata al primo passo. Diomira rinuncia. Seconda portata. Rinuncia. Terza portata. Rinuncia. Alcune portate passano indenni perché la ragazza - minuta ma determinata - alza il vassoio e sorvola la platea pensionata fino all'area vip. Alla nona portata si crea un po' di spazio e finalmente Diomira avanza. Agguanta. Assaggia.
Un cubetto cm 1,8 x 1,8 di focaccia. Sopra, uno sberleffo di cipolla soffritta. Buona, eh.
Diomira inforca la moto e va a sfinirsi di birra e arachidi del discount, al bar con gli amici.
