mercoledì

Una fazza una razza


Vi sono luoghi al mondo immersi nell’Assoluto: fuori dal tempo e dallo spazio, o meglio dalla storia e dalla geografia. E dai tour organizzati.

Così se ci finiamo per caso, deviando disordinatamente dagli itinerari consigliati, ci sentiamo baciati dalla fortuna e partecipi di un segreto.
E’ il caso della Taberna Dimitrios, in un'isoletta greca (non vi diremo quale), che ha conservato intatta l’atmosfera di un tempo.

Il proprietario, Dimitrios appunto, è un vecchio pescatore, abbastanza rude da chiudere alle undici (dice senza scusarsi, in un greco già maccheronico di suo, che fra quattrore deve andare a lavorare: come se questo del ristorante fosse un curioso svago) e abbastanza tradizionalista da proporre un solo menù: zuppa di pesce e pesce alla brace, cotto su carboni che sono ardenti da chissà quante generazioni.

E’ un sapore che non ricordiamo di aver provato prima e che a lungo non scorderemo. Orata o sarago, scorfano o sogliola: è il Pesce Assoluto, sigillato in una perfetta brustolitura di olio genuino.

Anche l’ambiente della taverna è di quelli in cui pare di essere stati milioni di volte. La casa del nonno quando eravamo piccoli, il tavolaccio dell’osteria di centanni fa, le mille carabattole marittime accumulate negli anni: brandelli di reti, galleggianti di sughero, spugne, bussole d’ottone, vecchie àncore incrostate.




Ci lasciamo ipnotizzare da un quadro appeso sopra il tavolo, una vista della spiaggia con una barca a secco. Un mondo che non esiste più, che ci attrae irresistibilmente eppure in cui ci pare di aver sempre vissuto. Non possiamo fare a meno di chiedere. Evangelia, la cameriera e figlia dell’oste, ci spiega che è un’antica immagine del borgo di pescatori, così com’era tanto tempo fa.

Ci culliamo di questo sogno, di questo luogo nuovo eppure da sempre conosciuto, così ignoto e magicamente famigliare al tempo stesso.
Poi tutto finisce, l’aereo decolla, si ritorna. Nella nostra vecchia Italia cementificata, nell’esodo agostano, nelle code all’autogrill. Nella nostra povera Liguria così sacrificata al turismo mordifuggi da aver smarrito le tradizioni, i sapori, gli antichi panorami. Che declino, che tradimento. 

Eppure, sulla spiaggia della solita cara Noli, a ben guardare, qualcosa non ci torna. Sarà la stessa fazza, stessa razza. Ma a noi pare proprio la stessa spiaggia, stesso mare.