Dopo oltre sette mesi di gestazione tecnica, la cassetta della posta di Gigliola partorisce una busta dalle ferrovie.
Contiene un assegno di euro
Individua Gigliola la filiale della banca, rara sul territorio e lontanuccia. Allunga la strada con pazienza e con pazienza vi si reca.
Porta di vetro. Premere il bottone per entrare. La porta scivola rotonda, ed apre. Ma suona, “Driiiiiiiin! Si prega di depositare gli oggetti metallici nella cappelliera”.
La cosiddetta borsetta di Gigliola non potrà mai entrarci.
Deposita pertanto il mazzo delle chiavi.
“Driiiiiiiin! Si prega di depositare gli oggetti metallici nella cappelliera”
Telefonino: “Driiiiiiiin!”
Il badge magnetizzato? “Driiiiiiiin!”
Lettore mp3? Boh, forse. Driiiiiiiin...
La trousse del trucco: è un po’ metallizzata: driiin
Collana: drin
Bracciali, anelli: drin
Orecchini, per quanto niente affatto appariscenti: drin
La stanghetta degli occhiali? drin
Oh no! era accaduto anche in aeroporto: il supporto architettonico del tacco dodici: driiiiiiiin!
Occupa, il guardaroba di Gigliola, tutte le cosiddette cappelliere disponibili. Eccole diventare scarpiera, vuotatasche, libreria: in un tripudio di design.
Il bottonazzo dei pantaloni: drin!
La camicetta, con tutte queste zip aggressive tanto trendy: drin!
Ma sì. Se l’è cercata. In fondo lei già lo sapeva, fin dall’inizio.
Il benedetto ferretto del pushup non farà mai aprire il sesamo della porta tonda del bunker banca.
Bussa sul vetro. Cortesemente, per quei tre euro e ottanta...