sabato

La Falena. Ovvero: La dieta in bianco



Giunto dinanzi a casa, trovò l’uscio di strada socchiuso. Lo spinse, entrò dentro, e appena ebbe messo tanto di paletto, si gettò a sedere per terra, lasciando andare un gran sospirone di contentezza.

Ma quella contentezza durò poco, perché sentí nella stanza qualcuno che fece:

— Fri-fri-fri!

— Chi è che mi chiama? — disse Pinocchio tutto impaurito.

— Sono io! —

Pinocchio si voltò, e vide una grossa falena che saliva lentamente su su per il muro.

— Dimmi, Falena, e tu chi sei?

— Io sono la Falena-parlante, e abito in questa stanza da piú di cent’anni.

— Oggi però questa stanza è mia — disse il burattino — e se vuoi farmi un vero piacere, vattene subito, senza nemmeno voltarti indietro.

— Io non me ne anderò di qui, — rispose la Falena — se prima non ti avrò detto una gran verità.

— Dimmela e spicciati.

— Guai a quei ragazzi che si ribellano ai loro genitori fallici e onnipotenti, e che non vanno a dormire presto. Non avranno mai bene in questo mondo; e prima o poi dovranno pentirsene amaramente.

— Canta pure, Falena mia, come ti pare e piace: ma io so che domani, all’alba, voglio andarmene di qui, perché se rimango qui, avverrà a me quel che avviene a tutti gli altri ragazzi, vale a dire… vale a dire… aspetta devo chiedere alla fata psicologa e ti faccio sapere.

— Povero grullerello! Ma non sai che, facendo cosí, diventerai da grande un bellissimo somaro, e che tutti si piglieranno gioco di te?

— Chetati, Falenaccia del mal’augurio! — gridò Pinocchio.

[…]

— Povero Pinocchio! mi fai proprio compassione!...

— Perché ti faccio compassione?

— Perché sei un burattino e, quel che è peggio, perché hai la testa di legno. —

A queste ultime parole, Pinocchio saltò su tutt’infuriato e preso di sul banco uno strofinaccio da cucina, lo scagliò contro la Falena-parlante.

Forse non credeva nemmeno di colpirla; ma disgraziatamente la colse per l’appunto nel capo, tanto che la povera Falena ebbe appena il fiato di fare fri-fri-fri, e poi rimase lí stecchita e appiccicata alla parete.


Cosa che peraltro non era nemmeno necessaria dato che la Falena, benché saggia ed avveduta, si sarebbe di lì a poco sfrigolata contro una lampadina. O comunque, se fosse stata fortunata, non sarebbe vissuta che poco più di qualche notte.


"Ci sono poi alcuni di questi animali che hanno fatto la scelta di non mangiare da adulti, e sopravvivono con la riserva di cibo accumulata durante il periodo trascorso da bruco con la quale possono sopravvivere anche una settimana, giusto il tempo di riprodursi."